L’accettazione é come il terreno fertile che permette a un seme minuscolo di trasformarsi nel bel fiore che può diventare.
Thomas Gordon
Chi di noi ha già sperimentato la benfica sensazione che si prova quando ci sentiamo accettati? Semplicemente per quello che siamo, senza giudizi!
Chi ha avuto l’occasione (e la fortuna) di incontrare nel suo cammino persone capaci di fargli vivere una tale esperienza, probabilmente oggi porta con sé una boa di salvezza da tirar fuori durante i periodi più difficili!
E allora perché un’attitudine cosi benefica non può far parte della nostra vita quotidiana, come l’acqua che beviamo o l’aria che respiriamo?
Thomas Gordon, alle prese con i genitori durante i suoi corsi P.E.T., sosteneva che “la maggior parte delle persone è indotta a credere che se si accetta un figlio cosi com’è, questi non cambierà mai”.
Io penso, che con ogni probabilità la parola figlio possa essere facilmente sostituita da altre figure del nostro quotidiano, senza andare a intaccare il vero senso dell’espressione.
Pensiamo ad esempio ai nostri partner, quante volte esprimiamo dissenso e non accettazione con l’intento che cosí facendo l’altro modificherà il suo comportamento? Quante volte gli insegnanti non accettano i comportamenti dei propri alunni e, nel tentativo di “spronarli” a cambiare, danno voti bassi e brutte note? E quante volte in ufficio, o nel nostro luogo di lavoro, riceviamo pressioni a fare di più, fare meglio ?
Tante possono essere le situazioni di vita quotidiana dove ci sentiamo sollecitati a cambiare senza, per questo, sperimentare una sana accettazione.
Sono quasi sempre delle spinte esterne, che la maggior parte delle volte neppure capiamo, a volte rifiutiamo e spesso ci fanno sentire inadeguati.
Sottolineano che nel nostro comportamento c’è qualcosa che non va e, come dice anche un vecchio proverbio, “ripeti spesso a un ragazzo che è cattivo e quasi certamente lo diventerà”
Sempre secondo Gordon, “uno dei paradossi semplici ma bellissimi della vita è che quando una persona si sente accettata per quello che è , si sente libera di prendere in considerazione un possibile cambiamento, di pensare a una possibile crescita”. Nella maggior parte dei casi, il cambiamento, quello che ci fa star bene, avviene dall’interno.
Come dimostrare l’accettazione?
Psicologi, terapeuti, counselor, mediatori familiari e ogni professionista/esperto che si occupa di sostegno alla/e persona/e, conosce bene il potere dell’accettazione.
Nei corsi di formazione vengono dedicate ore e ore per spiegarla e applicarla, vengono fatti tirocini per sperimentarla e si raccolgono i risultati nel sorriso e nella gratitudine dell’altro che si allontana.
Studi condotti per dimostrare l’efficacia di una terapia rispetto a un’altra, hanno portato alla conclusione che tutte le terapie funzionano nel momento in cui il paziente/cliente trova la relazione che più lo soddisfa (e questo vale anche nell’ambito psichiatrico).
Cio’ vuol dire che l’accettazione è importante, ma non si deve nemmeno essere ipocriti e pensare che si possa accettare chiunque o qualunque comportamento. Una cosa che però si potrebbe (e addirittura si dovrebbe) fare è essere autentici. Saper esprimere la nostra incapacità di accettare quella determinata situazione, o persona.
I genitori per non creare confusione nei figli; gli insegnanti per incoraggiare la fiducia verso il prossimo; i professionisti dell’aiuto alla persona per onestà intellettuale (oltre che deontologica).
Accettare anche la non-accettazione e comunicarla con cura!