Il modello eclettico di mediazione familiare della dott.sa Isabella Buzzi e della sua Scuola, viene denominato ESBI (Emozioni Strategie Bisogni Interesse comune).
Si basa su una visione socio comunicativa del conflitto, proponendosi di aiutare le persone in conflitto a trasformare la relazione distruttiva in costruttiva attraverso tecniche di empowerment (inteso come auto-determinazione e non solo come senso di potere) e recognition (inteso come rispetto dei bisogni e dei valori dell’altro). Considera il conflitto come l’opportunità per un cambiamento positivo.
Il modello prevede una capacità di accoglienza e contenimento delle emozioni, per poter dare spazio alla ricerca di soluzioni accettabili e realizzabili, a partire dal riconoscimento dei bisogni, confrontandosi sulle risorse a disposizione e sui limiti presenti.
Promuove la relazione figlio-genitore nonostante la separazione con un’ottica orientata al futuro.
Questo modello contiene aspetti di molti dei modelli di mediazione familiare esistenti, i quali sono stati adattati a quelle che sono le esigenze della realtà italiana, dove l’emotività assume un aspetto importante che, qualora alimentasse la lite e le strategie di forza, potrebbe portare ulteriori sofferenze ai genitori, ma soprattutto ai figli.
Non prevede una diagnosi preliminare della relazione di coppia all’interno della coppia genitoriale tuttavia, in caso risultasse opportuno un sostegno specialistico, affianca la coppia nel raggiungimento della consapevolezza del bisogno di considerare l’opera di un terapeuta, in forma preferenziale o affiancandolo al percorso di mediazione.
Il mediatore della Scuola Buzzi è una figura professionale di aiuto alla persona, non è direttivo né valutante, sviluppa comprensione, rinforza le competenze personali, confida nelle capacità di soluzione dei problemi da parte delle persone in lite, accettando nel percorso la tensione necessaria ma solo se sopportabile per i partecipanti, cercando di giungere al disotto del problema apparente per far emergere ciò che davvero conta per loro.
La prassi non prevede colloqui con i figli presenti, anche se possono essere considerate situazioni in cui sia necessaria la loro presenza (con modalità a tutela della loro persona e della loro sensibilità), e possono, sempre per motivi di opportunità e con adeguate modalità, essere presenti anche gli avvocati.
Come è possibile evincere, non esiste una procedura rigida, il miglior modus operandi verrà deciso in base ad ogni singolo caso e alle esigenze che la coppia stessa presenterà negli incontri.