«La mediazione tra pari non è semplicemente uno strumento di gestione della conflittualità, ma un vero e proprio progetto educativo»
J.P Bonafé-Schmitt
Da diversi anni, ha preso piede e continua a svilupparsi in Francia la mediazione tra pari nel contesto scolastico. Sono sempre di più gli enti e le associazioni che la propongono e gli istituti scolastici che la accolgono al loro interno.
Per mediazione tra pari nel contesto scolastico s’intende un processo educativo e cooperativo che ha come obiettivo quello di accompagnare gli studenti ad acquisire e padroneggiare tecniche di risoluzione dei conflitti.
Partendo dalla consapevolezza che esiste una vasta gamma di modalità relazionali, gli studenti apprendono che ridurre le tensioni e instaurare un clima più sereno si rivela possibile. Inoltre, in quanto protagonisti del progetto, percepiscono una grande responsabilità anche rispetto al loro stesso istituto scolastico.
La formazione in mediazione tra pari è volontaria e ogni studente vi può accedere
In caso di conflitti tra pari, colui che si è formato può essere interpellato per tentare di risolvere amichevolmente la disputa. Solitamente, si tratta di questioni moderatamente gravi: lievi litigi, incomprensioni, piccoli furti, prese in giro, degradazione di materiale privato o scolastico….
L’intervento del mediatore non sostituisce l’autorità dell’adulto che, in situazioni gravi, può e deve prendere provvedimenti in merito.
La mediazione scolastica offre agli allievi uno spazio di condivisione, di ascolto e di dialogo all’interno del quale è possibile ricostruire un rapporto che si è incrinato.
Il ruolo del mediatore è essenzialmente quello di consentire l’allentamento delle tensioni, la ricerca di soluzioni costruttive e la ripresa di un legame sereno. I “confliggenti”, assumendosi ognuno le proprie responsabilità, trovano una soluzione condivisa per il loro problema.
La formazione si rivolge principalmente a studenti in età scolare, che vanno dalle scuole elementari in poi. I promulgatori di tale iniziativa, adulti formatori esperti in mediazione tra pari, presentano il progetto nelle varie classi e raccolgono l’interesse dei partecipanti, così come le adesioni che devono essere esclusivamente volontarie.
I futuri mediatori, scelti tra questi volontari, accedono a una formazione teorica iniziale. A questa segue una formazione pratica, che consiste in una supervisione e un monitoraggio continui, accompagnati da una riflessione su quanto emerso durante i vari incontri di mediazione.
Questa forma di accompagnamento viene sempre assicurata dal formatore e può protrarsi anche per diversi anni.
Nel corso della formazione si acquisiscono metodi e tecniche di:
- gestione del colloquio
- sviluppo delle capacità di ascolto e di analisi del problema
- accompagnamento verso la ricerca di soluzioni condivise.
Lo svolgimento della mediazione
Un binomio di mediatori tra pari accoglie dapprima separatamente e in seguito contemporaneamente i confliggenti. Gli adulti, assenti durante gli incontri di mediazione, rimangono tuttavia nelle vicinanze pronti a intervenire se i ragazzi richiedono la loro partecipazione.
Durante l’incontro di mediazione, vengono ascoltate le posizioni di ognuno e ci si assicura che esista l’accordo per intraprendere il percorso insieme. Solitamente, questi scambi avvengono in una stanza (aula) dedicata a questo progetto.
Durante tutto il percorso, i confliggenti vengono accompagnati a individuare loro stessi una soluzione alla risoluzione del conflitto. Ci si astiene dal fare la morale e/o suggerire soluzioni.
I mediatori non danno delle sanzioni, né conducono un’inchiesta, si limitano a prendere in considerazione soltanto quanto riferito dalle parti in causa.
La mediazione tra pari segue alcuni principi fondamentali, comuni a tutti i tipi di mediazione: indipendenza, imparzialità, riservatezza, responsabilità.
La mediazione tra pari ha come obiettivo di permettere ai giovani di:
- assumersi la responsabilità delle proprie parole e azioni
- non confondere la persona con il suo comportamento
- praticare e sviluppare l’ascolto attivo, l’empatia e il rispetto reciproco
- sviluppare nuove modalità relazionali sia tra pari che tra giovani e adulti
La mediazione tra pari NON ha come obiettivo di:
- cancellare il conflitto
- trasformare i giovani mediatori in modelli
- intromettersi nella vita privata dei giovani
- sostituirsi alla sanzione o all’adulto
Risultati dell’esperienza
Alunni, formatori, insegnanti e tutti coloro che in qualche modo hanno preso parte ai progetti di mediazione scolastica susseguitisi in Francia negli ultimi dieci anni sono concordi nell’affermare che:
- i giovani scoprono che cosa si intende realmente per conflitto: quali possono essere i benefici, i limiti o i rischi che porterebbero a scivolare verso forme di violenza distruttiva
- i confliggenti imparano a individuare degli argomenti per spiegare il loro comportamento e scoprono che le parole possono diventare strumenti efficaci di gestione positiva del conflitto
- la formazione fa emergere attitudini quali il rispetto, la tolleranza, l’ascolto attivo, la fiducia, la gentilezza… Inoltre, stimola la capacità di gestire i propri e altrui comportamenti e emozioni
- gli alunni si sentono protagonisti di un progetto di grande portata, che coinvolge l’intero istituto scolastico. Questa percezione incide sul loro senso di responsabilità e si sentono felicemente stupiti della fiducia che gli altri (adulti e pari) ripongono nel loro ruolo. Ricevere tale riconoscimento, fa si che i mediatori s’investano sempre di più in ciò che fanno per essere degni di questo riconoscimento
- i confliggenti scoprono il peso e il valore di ogni parola così come la forza insita nello scambio e nella discussione
La mediazione scolastica offre a ogni studente la possibilità di posizionarsi in maniera più lucida rispetto alle norme, conferendo consapevolezza al ruolo di allievo e, allo stesso tempo e più in generale, di cittadino.
I futuri adulti praticano e scoprono i principi dell’educazione civica nella ricerca di una soluzione equa al conflitto.