Oggi, di fronte a un momento così difficile, come una pandemia mondiale, che senso potrebbe assumere l’affermazione “date spazio alle emozioni”?
A mio parere, consiste in un necessario ed effettivo intervento di aiuto, capace di generare un movimento interiore in grado di fare “spazio a riflessioni e cambiamenti”.
Non più una frase da linguaggio comune, dunque, ma un momento di relazione profonda e di ripensamento.
Nel mio lavoro, ascoltare ed entrare in contatto con l’emozione della persona che la sta vivendo in quell’istante, o in quel periodo, è un’operazione che realizza vicinanza e intimità.
Poter parlare delle proprie emozioni, raccontare con i gesti e le parole (anche on-line, di fronte a uno schermo) ciò che c’è nella mente e nel corpo, permette di fare emergere altri pensieri e riflessioni
Il mio compito consiste nell’accompagnare le persone in questa loro scoperta, aiutandoli a vedere la medesima situazione anche in un nuovo modo. All’interno di questa dinamica, un’apertura rispetto all’empasse entro il quale la persona si trova appare possibile.
Nella mia esperienza, ho partecipato a gruppi dove era necessario applicare una precisa metodologia per riconoscere, gestire e contenere le proprie emozioni. Infatti, lasciarle evolvere verso comportamenti impulsivi potrebbe nuocere alla salute dell’individuo, nonché incidere sulla sua qualità di vita.
Con l’utilizzo di precise tecniche, la persona impara a contenere la propria impulsività e a incrementare la propria capacità riflessiva.
In un recente corso, da me condotto, rivolto a operatori del supporto ai genitori che hanno figli con problemi di abuso di droghe, ho parlato dell’efficacia di questi strumenti anche all’interno delle Comunità Terapeutiche.
Per questi genitori, infatti, è ancora più importante capire le difficoltà dei propri figli, dei loro comportamenti impulsivi, aggressivi, dolosi e dannosi per sé stessi oltre che per gli altri.
Il cliente impara ad accogliere i contenuti emotivi spiacevoli, a riconoscerli, nominarli e governarli
Nel tempo, anche grazie alla riformulazione delle sue emozioni e dei suoi impulsi, la persona potrebbe iniziare a mettere in atto nuovi comportamenti, meno dannosi. Volendo, potremmo individuare la chiave di volta nel momento in cui l’altro comincia a parlare di Sé anziché agire sul Sé.
Lavorare sulle proprie emozioni può essere di aiuto a qualsiasi persona si trovi in un momento di difficoltà, anche molto importante e traumatica.
Perché gli effetti siano duraturi e completi si dovrebbe lavorare sul pensiero, sul comportamento e sui sentimenti del cliente.
Se il counselor lavora prevalentemente con il pensiero e il comportamento del cliente scoprirà che le emozioni non possono essere escluse dal processo di Counseling. Se il lavoro del Counselor si limita ad un intervento a livello comportamentale, si riesce ad ottenere solo una certa comprensione e un limitato controllo dei sintomi.
L’ambito delle emozioni e la loro “regolazione consapevole” è l’aspetto che osservo e a cui tengo maggiormente. Infatti, se il cliente sarà in grado di avvertirne autonomamente i benefici, potrà essere anche capace di replicare il procedimento in qualsiasi altra situazione che lo vedrà coinvolto.
Nella mia esperienza di anni di psicoterapia e nella mia esperienza lavorativa supervisionata, ho avuto modo di lavorare su di me in quanto persona che accoglie e raccoglie dati ed impressioni. Ho potuto affinare la capacità di sentire ciò che il cliente sente e mettermi in ascolto. Ho avuto modo di elaborare e utilizzare le mie emozioni usandole come guida per fare ipotesi ed esplorare il mondo emotivo del mio cliente.
Nell’attuale prosecuzione dello stato di emergenza pandemica, qual è il compito di noi operatori della relazione d’aiuto?
Anche per noi si tratta di una nuova sfida: sono sorti nuovi pensieri, nuovi comportamenti, nuove angosce e sentimenti con cui dobbiamo fare i conti.
È il momento dell’Ascolto … della Comprensione … della Vicinanza.
Forse è giunto il momento di accogliere e raccogliere dati e impressioni che poche volte avevamo sentito. Sento che ci aspetta una grande sfida e dobbiamo essere pronti ad accogliere anche sentimenti quali la disperazione, la paura, la perdita …
Dobbiamo mettere i clienti in condizione di accettare, accogliere e trasformare in nuovi orizzonti pieni di significato.
Come dice il filosofo Galimberti:
“i valori sono creati dall’uomo e nell’attraversare le varie epoche, si trasformano in continuazione”
Forse è giunto questo momento. La pandemia, oltre a essere un evento traumatico mondiale che si è protratto per oltre un anno, potrebbe essere una sfida a ripensarsi, a rivisitarsi e a trovare comportamenti, abitudini e pensieri nuovi.
“Dare spazio alle emozioni” non sarà più uno slogan ma una mission.