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La selva oscura

Nel mezzo del cammin di sua vita” Dante si ritrovò in una selva oscura, che “la diritta via era smarrita”.

La selva in questione era ovviamente una metafora per indicare una situazione di crisi profonda del poeta, che necessitava di ritrovare la serenità e l’equilibrio interiore. Venne in suo aiuto Virgilio che prendendolo virtualmente per mano lo ricondusse verso la giusta strada, non facendolo sentir più solo.

Ognuno di noi nel corso della propria vita, a qualunque età, può trovarsi nelle stesse condizioni di Dante, cioè perso, alla ricerca di un appiglio e di una spalla su cui contare.

Da qui l’idea di un laboratorio per bambini sul tema, proponendo loro di riflettere sulla personale “selva oscura”, condividendola con gli altri partecipanti e sulla persona che considerano come il loro Virgilio.

Le risposte fornitemi dai bambini sono state interessanti: qualcuno associava la selva oscura al fatto di non sentirsi sufficientemente apprezzati, mentre altri alla paura di sentirsi soli. Per quanto riguarda la figura del proprio Virgilio, per lo più essa è stata associata alla figura dei genitori.

Da queste risposte è scaturita un’ulteriore riflessione: in caso di separazione dei genitori come si possono sentire i bambini? Senz’altro spaventati, soli e ancor più bisognosi del loro “Virgilio”, cioè il papà e la mamma. Ma anche i genitori stano affrontando un momento di grande difficoltà, dove prevalgono rabbia, frustrazione, sensi di colpa, tristezza, una “pesante selva oscura”. Chi potrebbe, allora, essere il loro Virgilio?

Ecco che entra in gioco la figura del Mediatore familiare che con le proprie competenze ha le capacità di porsi come un “faro” in questo buio ed accompagnarli, nel miglior modo possibile nel tortuoso percorso della separazione aiutandoli a recuperare il loro prezioso ruolo di “guida” nei confronti dei  figli.

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