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Gli strumenti del mediatore familiare nella suddivisione dei beni comuni

Una coppia in fase di separazione può discutere della divisione dei beni comuni facendo riferimento alle norme di legge in tribunale oppure può discuterne in mediazione familiare.

Le disposizioni di legge spesso si rivelano un vincolo

A volte, cristallizzano principi e creano un ancoraggio su quello che è il diritto delle parti ad avere o non avere, chiedere e concedere.

Ecco l’inganno: pretendere che la legge possa difendermi dall’altro mi rende cieco e sordo di fronte alle sue esigenze.

Tali principi mal si conciliano con l’opportunità di trovare una via per arrivare a riorganizzarsi tenendo conto dei bisogni dei singoli componenti di tutta la famiglia.

La Mediazione familiare

È un percorso che offre alle famiglie in conflitto la possibilità di parlarsi, ascoltarsi, scegliere nel rispetto di tutti.

In caso di separazione legale, offre un supporto alle parti e consente di affrontare personalmente, e nel reciproco rispetto, tutti i vari aspetti del conflitto: legali, economici ma anche relazionali, così da arrivare a concretizzare una soluzione “su misura”.

Tra le questioni che vengono affrontate nella mediazione familiare vi è anche la divisione dei beni comuni. Si può trattare di conti correnti o autovetture, di  immobili di proprietà comune o esclusiva di una delle due parti, per arrivare alla concreta riorganizzazione della famiglia.

Nel corso della mediazione familiare vengono dedicati alcuni incontri specifici a questi temi

L’intervento del mediatore parte dall’identificare i beni che sono sul tavolo della negoziazione, così da comprendere l’entità del paniere che la famiglia ha a disposizione per fare fronte alle necessità economiche che comporta la propria separazione.

Per svolgere questo compito, il mediatore utilizza diversi strumenti che portano i mediandi a condividere i dati che sono di conoscenza di ognuno. Questo lavoro consente di arrivare più celermente alla definizione del problema, proprio perché si parte dall’utilizzo degli stessi dati.

Le strategie tipiche di un contesto altamente conflittuale, volte per esempio a celare l’entità di una entrata o a gonfiare l’importo di una spesa, vengono “smascherate” dall’esame congiunto dei documenti e dei dati condivisi in mediazione.

Una volta individuati i beni e messa a punto la mera elencazione degli stessi, il mediatore aprirà la fase negoziale, che porterà ad individuare la sorte dei singoli averi.

L’attenzione non verrà soltanto posta al mero valore economico, ma verrà altresì considerato il valore emotivo e simbolico che ognuna delle parti attribuisce all’oggetto di cui si discute.

Per esempio, a seconda della circostanza, il denaro potrà essere considerato come uno strumento:

  • di potere
  • per garantire o garantirsi sicurezza
  • che consente di alleviare le sofferenze della separazione
  • per vendicarsi di chi ci ha fatto soffrire
  • per riequilibrare con un compenso i sacrifici fatti
  • per arrivare a chiudere in fretta una situazione dolorosa

Sono implicazioni importanti perché la valutazione e considerazione del denaro nasconde sempre un bisogno inespresso di ognuno

Può accadere che pur parlando di soldi, non si possa partire dalle cifre: quello che ci ha ferito e quello di cui si ha bisogno spesso non hanno una primaria valenza economica.

Attribuiamo importanza a un bene in base ai ricordi che ad esso ci legano (ad esempio, i segni delle altezze dei bambini che crescono, segnati sul muro del salotto).

Il valore “affettivo” cambia le valutazioni economiche sul bene stesso

Il mediatore familiare lavora con le parti e riporta l’attenzione su quale sia stato lo scopo dell’acquisto, o del regalo, o la cura di quel bene nella gestione quotidiana e pratica.

In questo iter il mediatore ha sempre un approccio concreto, finalizzato a comprendere come aiutare a capire che cosa sia meglio fare per se stessi e le proprie necessità.

Le parti arriveranno a individuare autonomamente i beni e a scegliere come dividerli

Con la collaborazione delle dott.sse Isabella Buzzi e Valeria Tornese

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