L’arroganza è quel sentimento di superiorità che una persona sviluppa in relazione agli altri.
Solitamente sorge per la necessità di nutrire o proteggere il proprio ego e si può manifestare con comportamenti di vario genere, tutti tesi però a imporre in qualche modo il proprio punto di vista, ritenuto erroneamente l’unico giusto.
Molti sono gli ambiti in cui è possibile incontrare un soggetto arrogante e differenti possono essere i modi di reagire di fronte a questa eventualità: nelle peggiori delle ipotesi fuga, lotta, sensazione di inibizione oppure, nelle migliori, imposizione di limiti all’arroganza o coltivazione della propria autoaffermazione.
Nell’esperienza della mediazione familiare spesso può entrare in gioco il fattore-arroganza.
Gli ex coniugi sono persone arrabbiate, ognuna foriera delle proprie pretese e pronta a incolpare l’altro, senza mettersi in discussione.
Il compito del mediatore sarà allora quello di aiutarli ad arrivare a un accordo, ma ciò sarà possibile soltanto “scardinando” l’arroganza e riportando la serenità.
Attraverso quali strumenti? Innanzitutto con l’ascolto attivo e con l’empatia.
In un secondo momento cercando di farli focalizzare sui propri bisogni e portarli a esprimere in prima persona le sensazioni provate.
Infine sarà fondamentale l’invito a eliminare qualsiasi forma di giudizio e ad assumersi ciascuno le proprie responsabilità.
In questo modo il punto di vista può essere cambiato e ogni tipo di atteggiamento arrogante può svanire e lasciare il posto alla riconciliazione.