Quando due adulti decidono di separarsi, i bambini possono provare rabbia, senso di colpa, dolore. Hanno bisogno di capire, parlare, esprimere i loro timori e mettere ordine in quella confusione.
Tutto ciò non è facile, come non lo è per i genitori spiegare ai figli, scegliere le parole giuste, infondere loro sicurezza.
Allora perché non provarci con una fiaba?
Secondo lo psicologo dello sviluppo Guido Petter, la fiaba può essere uno strumento essenziale per la crescita dei bambini e diverse sono le ragioni:
- viene incontro a un desiderio spontaneo che si manifesta a partire dai 2/3 anni, cioè quello di sentirsi raccontare qualcosa da un adulto, oppure dopo i 6 anni con la lettura autonoma
- contribuisce a sviluppare le due componenti fondamentali della nostra attività cognitiva: fantasia e razionalità
- favorisce largamente lo sviluppo del linguaggio facendo apprendere al bambino, attraverso l’ascolto, nuove parole
- incentiva lo sviluppo sociale, morale ed emotivo del bambino
È anche vero che le fiabe parlano per immagini e questo è particolarmente comprensibile alla mente infantile, ancora poco adatta a elaborare concetti astratti e collegarli con nessi logici, ma già in grado di seguire il senso delle catene associative.
Affinché, però, una fiaba sia davvero efficace, deve avere alcune regole nella sua costruzione, come l’uso di metafore semplici per chi ascolta, di abbellimenti con dettagli curati per fare seguire la vicenda con curiosità e soprattutto con un lieto fine.
Ma cosa c’è di positivo nella separazione?
Per esempio che l’amore non muore mai; può semmai moltiplicarsi, dividersi, senza però finire.
Ai bambini servono storie rassicuranti, che però non neghino che i problemi esistono. Serve un finale diverso, dove il “vissero felici e contenti” diventa “riuscirono a trovare nuove strade”.