È una prima seduta. La coppia convive ancora. Ha telefonato Claudia (30 anni), chiedendo un incontro informativo e aggiungendo che stanno attraversando una profonda crisi di coppia. Chiede di poter parlare della cura delle bambine.
Il mediatore, fatta accomodare la coppia, illustra le finalità della mediazione familiare, le modalità attraverso cui si svolgerà e parla del suo ruolo.
“Vi aiuterò a individuare cosa davvero vi sta a cuore. Vi fornirò informazioni, non consulenze. I colloqui avverranno in uno spazio protetto, dove quello che direte sarà strettamente confidenziale. La partecipazione sarà sempre volontaria e la mediazione può essere abbandonata in qualunque momento.
Se alla fine del percorso fatto raggiungerete una serie di accordi, e il verbale da me steso per voi vi piacerà fino in fondo, firmerete un documento che avrete costruito voi, analizzando ipotesi dopo ipotesi”.
A questo punto Fabrizio (29 anni) interviene osservando di essere molto lontano dall’idea di stipulare un contratto. Vorrebbe intraprendere un percorso che renda più serena la vita sua, di Claudia e quella di Giulia.
Claudia puntualizza e informa il mediatore che hanno due figlie: Giulia di quasi 6 anni e Anna di 6 mesi.
Il mediatore li lascia parlare molto, perché sta cercando di capire quale sia la loro domanda nei confronti della mediazione e se la mediazione sia praticabile, poiché lui sembrerebbe prospettare più un problema di coppia che un conflitto vero e proprio.
Sta cercando di capire se sia più opportuna una terapia.
Il mediatore, incalzato dalle domande della coppia, continua l’orientamento iniziale alla mediazione familiare illustrando sinteticamente metodi e obiettivi:
- non si delega nessuno a decidere per loro, ma saranno i protagonisti della propria genitorialità
- il mediatore non li giudicherà
- si manterrà equiprossimo
- userà l’ascolto empatico attivo per aiutarli a capirsi meglio e ad essere maggiormente collaborativi come genitori e dunque a sentirsi meglio.
Claudia e Fabrizio raccontano la loro storia
Inizia lei dicendo di essersi trovata spiazzata dalla decisione irrevocabile di Fabrizio (almeno così le sembrava fino a una settimana fa almeno) di lasciarla. Fabrizio conferma di essere stato lui ad “alzare la mano”, a segnalare il proprio disagio.
Claudia racconta che si sono separati qualche giorno fa, lei è andata dai suoi genitori, dopo di che Fabrizio le ha chiesto di tornare a casa e lui si è fatto ospitare da un amico.
Poi, Claudia chiede a Fabrizio di continuare e Fabrizio è “un fiume in piena”.
Fabrizio racconta di non sentirsi separato nel cuore e di aver solo voluto far capire a Claudia che le cose non stavano andando bene, ma dice che non ne sa ancora il motivo. Forse non gli basta quello che ha, e vuole altro dalla vita.
Tutto è cominciato con la seconda gravidanza di lei. È stato un momento particolare per lui. La piccola Anna è nata il 25 maggio e da quel momento tutto è diventato ancora più complicato con Claudia, così lei e le piccole hanno trascorso tutta l’estate al lago.
Per motivi di lavoro le vedeva solo nei week-end e dopo l’estate ha comunicato la sua intenzione di lasciare Claudia.
Dice:
“Solo a settembre ho alzato la mano per segnalare il problema”.
Dopo è trascorso un mese di totale chiusura da parte sua verso la moglie. Lei lo definisce “un muro di gomma”.
Il mediatore riformula e Fabrizio riprende a raccontare.
Fino a qualche giorno fa desiderava solo lasciare la famiglia, ma Claudia gli ha detto di restare lui a casa. Vedendole andare via gli si è “spaccato il cuore” e non sa più che cosa vuole.
Il mediatore riformula il disagio di Fabrizio e la sua indecisione.
Claudia chiarisce che si conoscono dai tempi del liceo e che, dopo anni di fidanzamento, si sono sposati 4 anni fa quando Giulia aveva due anni.
Anna è stata desiderata e voluta:
“Io le voglio anche più bene che a Giulia!”.
Fabrizio non replica. Afferma di volere che qualcuno gli dica se quello che pensa sono cose stupide o importanti, ma non dice quali siano queste cose. Il mediatore glielo chiede e Fabrizio risponde descrivendosi come una persona valida e intelligente.
È un manager presso un’azienda internazionale da 3 anni e la sua carriera è molto brillante. Adora il suo gruppo di lavoro e lo staff è dei migliori. Nei week-end fa formazione professionale presso le sedi straniere della sua azienda.
Lamenta che la sua compagna lo abbia sempre lasciato libero di lavorare senza metterlo mai di fronte alle proprie responsabilità di padre e compagno. Pensa che lei sia splendida (è in effetti una bella ragazza), e che la loro vita insieme sia stata stupenda, senza mai una discussione, ma ora si chiede se in questo modo siano mai cresciuti come persone.
Fabrizio sa di aver dedicato le proprie energie per dare benessere alla famiglia, ma non per cementare la loro coppia.
Il mediatore chiede a Fabrizio:
“Ritieni che il problema sia legato all’indebolimento del vostro rapporto di coppia?”
Fabrizio smentisce:
“No, non è questo il problema!”
Claudia interviene di tanto in tanto, sempre d’accordo con le analisi di Fabrizio e ben disposta a prendersi la sua parte di responsabilità.
Ora però è rimasta ferita dal mese di testardo silenzio di Fabrizio, durante il quale non ha potuto nemmeno parlare con lui. Tuttavia, questo comportamento le ha consentito di prendere le distanze e di capire che aveva bisogno anche lei di dedicare un po’ di tempo a sé stessa.
Ha anche compreso di avere lei, ora, la necessità di staccarsi almeno per un po’ di tempo da lui per ripensare alla sua vita.
Il mediatore riformula e le chiede che cosa intenda fare in concreto per riuscire a dedicare un po’ di tempo a sé stessa.
Claudia è laureata in Economia e Commercio e ammette di avere un po’ trascurato il proprio titolo di studi da quando è divenuta mamma.
Anche perché:
“IO mi sento DAVVERO mamma”.
Il mediatore, notando che col tono della voce Claudia aveva calcato sulle parole “io” e “davvero” mentre Fabrizio, contemporaneamente, si era agitato sulla sedia, chiede:
“C’è qualcosa che concerne il vostro ruolo di genitori che ha a che fare con il vostro problema?”.
Fabrizio risponde:
“No, non è PROPRIO questo il problema!”.
“Allora Fabrizio, per favore, aiutami a capire. Qual è il problema?”.
Fabrizio abbassa lo sguardo e dice che il problema è che non sa se Claudia lo vuole ancora. Si chiede perché possano capitare queste cose. Ci sono stati altri momenti di crisi, ha sbagliato altre volte in passato, prima delle figlie, ma lei lo “ha ripreso subito”.
Si domanda se è un egoista, un superficiale, ma dice che non è cattivo. Compirà gli anni tra 10 giorni e non vuole trascorrere il compleanno da solo.
Il mediatore, scegliendo di approfondire il tema della complicità, che sembra essere importante per entrambi, gli chiede:
“Sei entrato in un team di lavoro, entreresti in un team con Claudia?”.
Lui risponde di si, ma lei osserva che non è stato questo il suo atteggiamento da quando è nata Anna.
Fabrizio dice di essere stufo di sentirsi giudicato, perché non è bravo come Claudia.
Il mediatore chiede:
“In che cosa Claudia è più brava di te?”
Fabrizio abbassa lo sguardo e tace. Claudia lo guarda attenta, in attesa, e la sua espressione si fa sempre più triste. Piange e il mediatore le porge un fazzolettino di carta.
“Il problema è che quando è nata Anna io le ho detto che sarebbe stato meglio che morisse”,
confessa Fabrizio con lo sguardo basso e la voce rotta. Poi prosegue guardando il mediatore negli occhi:
“Claudia pensa che io voglia farle del male e da allora non mi lascia più avvicinare ad Anna”.
Il mediatore riformula:
“Quando Anna è nata tu non l’hai accolta e tu temi che Claudia non ti faccia avvicinare alla bambina perché ti ritiene pericoloso?”.
Claudia replica precisando che Anna ha bisogno di cure speciali e che se Fabrizio la amasse le starebbe vicino. Il mediatore nota come Claudia esprima il proprio disagio nei confronti di Fabrizio sovrapponendosi ad Anna e chiede:
“Claudia, quando Fabrizio ti ha detto quella cosa di Anna, ti sei sentita rifiutata da Fabrizio anche tu?”
Claudia tra le lacrime conferma con gesti di assenso.
Fabrizio dice che anche lui da quel giorno si è sentito escluso e giudicato da Claudia:
“Non ha cercato nemmeno un momento di capire che cosa volevo dirle. Io alla bambina voglio bene, ma è solo che sono più consapevole di lei della situazione”.
Lei interviene dicendo che si è sentita sola e che Fabrizio non può pretendere di essere sempre al centro di tutti i problemi.
Al centro dei loro problemi c’è solo Anna adesso
Il mediatore chiede a Claudia come si siano organizzati per prendersi cura della loro figlia primogenita, ed emerge che è molto legata al padre e che trascorre molto tempo con lui.
Claudia riporta la discussione su ciò che le sta più a cuore. In questo momento lei ha bisogno di serenità, di rispetto e di prendersi cura della propria figlia Anna.
Il mediatore riformula:
“Tu hai bisogno di rispetto e di attenzioni? Forse in passato non sei stata abbastanza assertiva con Fabrizio?”
Lei risponde di non esserlo mai stata e racconta di quando è uscita dall’ospedale subito dopo il parto. Si immaginava di avere accanto il conforto del marito, anche per recuperare a quella frase terribile, ma lui aveva accampato impegni di lavoro ed è stato assente per tutto il week-end. Afferma Claudia:
“Mi ha chiesto se mi spiaceva e io gli ho detto di no, ma ci sono rimasta veramente male”.
È una ferita ancora aperta, lo accusa:
“Tu sei capace solo di scappare!”.
Il mediatore chiede:
“Fabrizio ti sei sentito impreparato ad affrontare le necessità di Anna?”
Risponde Claudia, che afferma che Fabrizio non ci abbia neanche voluto provare:
“Mi ha lasciata da sola con i medici e le infermiere, non viene alle visite, non viene in ospedale … È come avere un altro figlio, una è Anna, una Giulia e l’altro è lui”
dice rivolta al mediatore, poi di nuovo a Fabrizio:
“La devi smettere di fare il migliore amico di Giulia e devi crescere!”
Fabrizio dice al mediatore di voler abbandonare la seduta e automaticamente Claudia cerca lo sguardo del mediatore con un’espressione di panico.
Il mediatore chiede:
“La separazione vi sta aiutando a elaborare quello che è successo, ma se poteste immaginarvi di poter rendere possibile un desiderio realizzabile, quale sarebbe?”.
Risponde immediatamente Claudia e Fabrizio si riaccomoda sulla sedia:
“Ho bisogno di aiuto, vorrei che Fabrizio mi ascoltasse di più!”
Fabrizio replica cautamente:
“So di avere difficoltà ad occuparmi personalmente di Anna, ma non voglio sentirmi giudicato per questo. Vorrei che Claudia mi desse un po’ di tempo per capire, per riuscire a superare i miei problemi”
Si scusa ancora con Claudia e dice di essere disponibile ad aiutarla economicamente e prendendosi cura di Giulia in qualsiasi momento.
Claudia chiede al mediatore, che cosa debba dire a Giulia della loro separazione e come comportarsi con lei.
Il mediatore raccoglie quanto emerso dicendo loro:
“Da quando è nata Anna avete un compito molto speciale, che vi ha messi duramente alla prova sia come persone che come genitori. La separazione vi sta aiutando ma vi pone anche di fronte alla necessità di riorganizzare la famiglia. Nel farlo potrete tenere in considerazione i bisogni di tutti voi: Claudia, Fabrizio e Giulia, oltre che dei bisogni speciali di Anna. Insieme potremo pensare alle cose concrete fin nei minimi particolari”.
Claudia chiede se Fabrizio possa venire da solo in mediazione per essere aiutato dal mediatore ad accettare i problemi di Anna e il mediatore, gentilmente, rivolge loro la domanda di Claudia, riformulandola:
“Fabrizio e Claudia, volete che vi faccia avere un elenco di associazioni, gruppi di parola o professionisti che possano esservi d’aiuto? Singolarmente o insieme?”
Fabrizio ringrazia e rifiuta cortesemente. Claudia insiste che Fabrizio faccia un percorso d’aiuto fino a quando Fabrizio le dice di pensarci e chiede al mediatore di preparare la lista per la prossima volta.
Entrambi sollevati per essere riusciti a parlare di Anna e rincuorati dal fatto di non essersi sentiti giudicati per ciò che hanno vissuto, fissano un appuntamento per parlare delle loro bimbe e di come affrontare il futuro.
Il giorno seguente Fabrizio telefona e chiede al mediatore l’indirizzo di un terapeuta per fare un percorso individuale.