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Storie di mediazione. “Ti sei consolato troppo in fretta” – Le strategie del mediatore

La cosa più notevole della seduta è stato il cambiamento di clima, l’andamento dell’incontro.

All’inizio la coppia dava l’impressione che non ci fossero forti emozioni in circolazione, ma il mediatore è andato dritto verso il conflitto sommerso. Una volta trovato, con delicata fermezza lo ha scoperchiato e messo sul tavolo.

Antonella ha iniziato la seduta provando, come minimo, una forte avversione per Chiara. L’ha conclusa parlando del potenziale incontro che vorrebbe avere con lei.

È stato fatto molto utilizzo del reframing e delle domande dirette

“Chiara sta cercando di assumere i tuoi compiti, Riccardo, e di fare da madre ai bambini?”

oppure

“Quando tu e Chiara siete con i bambini chi prepara la colazione?”

e infine

“Antonella, sei sicura di voler ancora conoscere Chiara?”.

Sono domande che entrano fortemente nel privato, quello più doloroso per i due, ma poste in modo da aiutare le parti a comunicare in modo schietto. Come se il mediatore affermasse:

“In questa sede non ci devono essere tabù, siete al sicuro, si può parlare di qualsiasi conflitto. Io posso aiutarvi ad attraversare questi terreni accidentati, queste foreste spaventose”.

Grazie all’ascolto empatico attivo il mediatore ha sentito quando fosse il momento più opportuno per affrontare il cuore del loro conflitto.

Non è possibile condurre le parti nell’esplorazione di argomenti difficili se il mediatore per primo li teme

Il mediatore definisce l’obiettivo per cui entrambi si sono rivolti alla mediazione. Ovvero l’interesse comune di ritrovare un’armonia e una serenità nella gestione della loro funzione di genitori davanti ai figli. Poi sta accanto a loro nell’arduo compito di gestire quella conflittualità che impedisce loro di portare a compimento il loro valido proposito.

Rileggiamo i momenti chiave

Antonella ha fatto una rapida carrellata sulla gestione dei figli precedente alla separazione. Ha messo in chiaro che ha sempre fatto capo a lei, in quanto il marito è sempre stato molto impegnato dal lavoro. Ripercorre le scelte fatte in passato di comune accordo, relative al suo lavoro di insegnante, in modo da organizzare meglio figli e lavoro e riconosce l’impegno da lui dimostrato durante il primo anno di insegnamento, quando accompagnava i bambini all’asilo perché lei non riusciva, avendo sempre l’ingresso a scuola alla prima ora.

Antonella non manifesta rabbia o rancore in questo racconto, appare tranquilla e obiettiva.

Il mediatore riformula dicendo che in generale si occupava lei della quotidianità dei figli

Antonella annuisce e commenta che se prima viveva questa condizione con molta frustrazione, perché aveva aspettative di collaborazione nei confronti del marito costantemente deluse, oggi svolge gli stessi compiti con la massima serenità in quanto sa di poter contare solo su sé stessa.

La separazione è stata liberatoria e si sente decisamente bene.

Il mediatore quindi le pone una domanda orientata al futuro, molto coinvolgente per lei che ha però appena affermato che va tutto bene. Le chiede come pensa che Riccardo potrebbe migliorare l’andamento di oggi (tutto sommato già migliorato). In particolare, come potrebbe lui rendere le cose più semplici per lei.

Antonella, attuando una strategia di attacco afferma senza ombra di dubbio che il modo migliore sarebbe che Riccardo sparisse. In una vita che ormai può definire bella pur senza fare cose straordinarie, il suo pressappochismo, la sua poca organizzazione, il continuo stravolgimento dei piani, sono diventati per lei insostenibili.

Il mediatore riformula filtrando la negatività della frase e separa la persona dal problema

Fastidiosa non è la presenza dell’ex-marito ma il modo in cui lui pianifica la sua vita.

Poi il mediatore rassicura Antonella sul fatto di aver colto nella sua frase molta esasperazione, ma non cattiveria.

Rivolgendosi a Riccardo quindi, pone un’altra domanda stimolante che lo porti a riflettere sull’obiettivo per cui ha sostenuto di essere venuto in mediazione, ovvero se ci fossero delle cose concrete per organizzare la vita di Luca e Diletta, senza condizionare quella di Antonella.

Riccardo, stimolato dal mediatore, prova spesso a rispondere ma viene immediatamente interrotto da Antonella, che polemizza con tono aggressivo.

Il mediatore coinvolge nuovamente Riccardo ri-dandogli la parola attraverso un’altra domanda

Chiede a Riccardo ogni volta che lo percepisce molto infastidito dal comportamento aggressivo di Antonella:

 “Riccardo vorresti che Antonella ti lasciasse finire di parlare?”

Ma assiste nel compito anche Antonella, cui porge un foglio e la invita ad annotare qualunque cosa le venga in mente per poter replicare o aggiungere dopo, quando Riccardo avrà terminato di esprimersi, senza dimenticarsi di nulla.

Riccardo ammette i propri limiti, ma adotta la strategia dello spostamento e accusa Antonella di fare come lui. Poi cerca di apparire migliore segnalando la propria “tolleranza” nei confronti degli “errori” di Antonella.

La strategia deve essere stata efficace in passato, ma Antonella nel presente non l’asseconda più. Non si lascia abbacinare dalle parole e dalla retorica di Riccardo né si sente in colpa. Vuole maggior rispetto, meno critiche e più spazio nella gestione dei figli.

Le critiche di Riccardo ad Antonella, in fondo, non sono un bisogno ma una strategia, vediamole

Il mediatore riformula tornando all’interesse comune:

“Quindi se ho ben capito ritieni che ci vogliano un minimo di organizzazione e di orari insieme a un po’ di elasticità. Però, rispetto ad Antonella, che cosa potresti fare per migliorare la vita di Luca e Diletta?”.

Riccardo risponde che non vorrebbe che i bambini fossero coinvolti in discussioni economiche che non li riguardano (esempio, quando la mamma si lamenta di non ricevere abbastanza denaro dal papà).

Il mediatore riformula:

“Vorresti che vivessero in una sfera più infantile e protetta?”.

Riccardo dice di no, ma che vorrebbe semplicemente che vivessero in un’atmosfera più consona alla loro età.

Il mediatore cerca allora di far emergere i bisogni di Riccardo rispetto ai figli e decide di portare nuovamente la coppia all’obiettivo comune con una domanda, sempre sui figli:

“Secondo voi quali sono i reali bisogni dei vostri figli?”.

Emerge il conflitto: la presenza di Chiara

Il mediatore avrà il compito di ricondurre Antonella ai dati di realtà con domande trasversali:

“Qual è la vera ansia di Luca?”

“È un bambino molto sensibile e riflessivo?”

“Può in qualche modo essere la persona che ha sofferto di più di questa situazione?”.

Si rivolge invece a Riccardo con domande guida:

“Pensi di poter fare qualcosa per far stare Luca più tranquillo?”,

“Secondo te Chiara potrebbe effettivamente attuare quanto dichiarato da Antonella?”

“Ogni tanto Chiara svolge il ruolo di educatore nei confronti dei bambini?”.

Riccardo risponde di essere lui a svolgere quel ruolo e che ci tiene a farlo.

Antonella desidererebbe che Riccardo trascorresse almeno una settimana delle sue vacanze da solo coi bambini e non si spiega come mai la sua compagna voglia passare tutto quel tempo con figli non suoi.

Lamenta molta preoccupazione sul conto di questa persona che in tutto l’anno nessuno ha mai conosciuto e che a lei sembra strana. I bambini inoltre sono sempre soli con loro due e non stanno mai in compagnia di altri bambini.

Per tranquillizzare Antonella, non bastano ancora le rassicurazioni di Riccardo.

Allora il mediatore adotta tre strade diverse

  • il racconto dettagliato di come si svolgeranno le vacanze in Grecia (come si organizzeranno, dove staranno, cosa faranno, chi giocherà coi bambini, chi preparerà la colazione, come sarà il rapporto tra i bambini e la mamma durante la vacanza)
  • l’uso della dissonanza cognitiva (il mediatore rammenta ad Antonella come si fosse fidata di Riccardo nel periodo in cui accompagnava lui i bambini all’asilo, cercando di far emergere la necessità di non sovrapporre la figura di Riccardo padre e quella di Riccardo ex-marito),
  • riconsegnando ad Antonella la responsabilità dei suoi sentimenti, facendoli emergere a livello razionale (con domande come: “Come potresti riconquistare dentro te stessa la fiducia nei suoi confronti e la serenità?”)

Sull’eventualità per Antonella di incontrare Chiara prima della partenza per la Grecia, il mediatore offre ad Antonella e Riccardo la possibilità di analizzare a fondo la questione:

“Preferiresti incontrarla telefonicamente?”

“Magari in un locale? Per un caffè?”

“Potrebbe essere un momento in mattinata?”

“Riccardo, te la sentiresti di chiedere a Chiara un momento per incontrare Antonella?”.

Riccardo esprime il timore che l’incontro possa rivelarsi l’occasione di Antonella per attaccare Chiara.

Il mediatore, di conseguenza rivolge ad Antonella una domanda ipotetica:

“Se tu dovessi incontrare Chiara senza la possibilità di sfogarti?”.

Antonella nel rispondere esprime il suo desiderio: convincerla a fare le vacanze con Riccardo tranquillamente, senza i bambini perché non hanno bisogno di sostituti. Hanno già tutto e lei non ha l’esigenza di “sbolognarli”.

Finalmente appare Antonella in tutta la sua fragilità: non riesce a separarsi dai figli, lasciarli andare con il padre

Immaginare che Chiara possa essere al suo posto, è il suo incubo.

Il mediatore spezza in due la frase espressa da Antonella e mette alla prova la propria comprensione. Ipotizza che Antonella possa lasciare andare Luca e Diletta con il padre in vacanza, se non si concentrasse su Chiara.

Chiede ad Antonella di parlare del legame dei figli con il padre.

Allo scadere del tempo della seduta, il mediatore ricapitola quanto concordato.

Riccardo andrà in Grecia per due settimane con i bambini (il mediatore sceglie di omettere Chiara, per ribadire che la cosa più importante è che Luca e Diletta facciano le vacanze con il loro papà).

Riccardo riconosce che per Antonella sia un sacrificio stare senza i figli per due settimane.

Il mediatore si complimenta con entrambi per il lavoro fatto e fissa un altro incontro dopo l’estate, ai primi di settembre.
Prima di uscire dallo studio Antonella conclude auspicando che Riccardo sia in grado di parlare con lei anche e non solo davanti alla mediatrice, dal momento che nel breve termine avranno sicuramente altri argomenti da trattare.

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