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Mediazione Familiare: nascita di una famiglia “nuova”

“La famiglia. Eravamo uno strano piccolo gruppo di personaggi che si facevano strada nella vita condividendo malattie e dentifrici, bramando gli uni i dolci degli altri, nascondendo gli shampoo e i bagnoschiuma, prestandoci denaro, mandandoci a vicenda fuori delle nostre camere, infliggendoci dolore e baci nello stesso istante, amando, ridendo, difendendoci e cercando di capire il filo comune che ci legava.”

Quando il “filo comune” si spezza, è indispensabile capire come “tenere insieme” una “famiglia separata”.

La Mediazione Familiare è il primo intervento che può essere attivato, poiché lascia ai genitori la possibilità di risolvere i loro contrasti autonomamente, in prima persona (senza delegare un legale che tratti e/o “combatta” in nome e per conto loro) rinforzando le proprie capacità e responsabilità, trasformando il conflitto in risorsa e raggiungendo un accordo senza indicazioni, disposizioni, sentenze o prescrizioni imposte dall’esterno.

Il Mediatore Familiare non giudica ma comprende

Comprende i caratteri, i bisogni, le emozioni, le aspettative, il motivo di tanto rancore e tanta sofferenza; non darà mai ragione o torto, non si schiererà a favore dell’uno o dell’altro genitore, ma resterà accanto ad entrambi, accompagnandoli e senza risolvere i problemi sostituendosi a loro.

In Mediazione Familiare, i genitori possono essere autentici, senza maschere o finzioni. Nello spazio di mediazione vengono accolti con dignità e rispetto, possono sentirsi ascoltati e trovare qualcuno che li aiuti a “vedere” con chiarezza dentro e fuori se stessi.

“Mediare” significa affrontare con coraggio i propri conflitti familiari e sostenere con decisione le proprie opinioni, interessi, bisogni, per poi confrontarsi e trovare una soluzione che sia buona, soddisfacente per tutti.

Il Mediatore Familiare aiuta i genitori ma solo se anch’essi lo desiderano, rispetta la loro richiesta di poter affrontare davvero i loro conflitti, con tutti i riverberi esistenziali, morali ed emotivi connessi, per poter pianificare, in modo costruttivo, un futuro sostenibile per tutti, ponendo al centro i bisogni dei figli.

“Per quanto una situazione sia disperata, c'è sempre una possibilità di soluzione. Quando tutto attorno è buio non c'è altro da fare che aspettare tranquilli che gli occhi si abituino all'oscurità”

Aspetto fondamentale dell’agire mediativo è l’empatia declinata dal Mediatore Familiare

“Empatia” è un termine che deriva dal greco en-pathos (sentire dentro) e consiste nel riconoscere le emozioni dell’altro come se fossero proprie, calandosi nella realtà altrui per comprenderne punti di vista, pensieri, sentimenti, emozioni e pathos.

L’empatia è un’esperienza complessa.

Secondo Carl Rogers, l’empatia è la capacità di utilizzare gli strumenti della comunicazione verbale e non verbale per mettersi nei panni dell’altro, identificandosi parzialmente nel suo mondo soggettivo, nell’ambito di un’accettazione autentica e non giudicante.

“La più alta espressione dell’empatia è nell’accettare e non giudicare.”

Carl R. Rogers

In Mediazione Familiare l’empatia agevola la creazione di un contesto sicuro e sereno all’interno del quale la coppia genitoriale si sente protetta e libera di esprimersi, senza la paura di un giudizio/pregiudizio.

Creare empatia significa dipingere uno spazio relazionale accogliente in cui abbracciare i genitori, rendendo possibile un dialogo sincero basato sulla fiducia e sul rispetto, cosicché entrambi sentano di potersi mettere in gioco davvero, prima con il Mediatore e poi con l’altro, in questo spazio “magico” che agevola il confronto per una riorganizzazione della famiglia.

Empatia è:

  • capacità di creare una relazione, un legame dove sostenere i genitori nel viaggio attraverso la tempesta della separazione/divorzio;
  • “sentire” l’altro e percepirne le sfumature e le vibrazioni emotive;
  • accogliere i genitori con i loro vissuti, spesso ambivalenti e conflittuali, e permettere loro di fare spazio, ordine, luce in sé stessi e nella loro nuova relazione “solo come genitori”.

“Quanto più siamo infelici, tanto più profondamente sentiamo l'infelicità degli altri; il sentimento non si frantuma, ma si concentra.”

L’accordo finale scritto che sancisce il termine del percorso di Mediazione Familiare rappresenta, spesso, solo una mera formalità. 

Il traguardo più importante, per i genitori, è essere riusciti ad affrontare il loro conflitto con dignità e rispetto, imparando a “sciogliere”, da soli, i nodi che intrappolavano la loro relazione, rinnovandola e rafforzandola in un contesto familiare nuovo.

“I cuori delle persone vengono uniti ancora più intimamente dalle ferite. Sofferenza con sofferenza. Fragilità con fragilità.”

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