“La famiglia. Eravamo uno strano piccolo gruppo di personaggi che si facevano strada nella vita condividendo malattie e dentifrici, bramando gli uni i dolci degli altri, nascondendo gli shampoo e i bagnoschiuma, prestandoci denaro, mandandoci a vicenda fuori delle nostre camere, infliggendoci dolore e baci nello stesso istante, amando, ridendo, difendendoci e cercando di capire il filo comune che ci legava.”
Erma Bombeck
Quando il “filo comune” si spezza, è indispensabile capire come “tenere insieme” una “famiglia separata”.
La Mediazione Familiare è il primo intervento che può essere attivato, poiché lascia ai genitori la possibilità di risolvere i loro contrasti autonomamente, in prima persona (senza delegare un legale che tratti e/o “combatta” in nome e per conto loro) rinforzando le proprie capacità e responsabilità, trasformando il conflitto in risorsa e raggiungendo un accordo senza indicazioni, disposizioni, sentenze o prescrizioni imposte dall’esterno.
Il Mediatore Familiare non giudica ma comprende
Comprende i caratteri, i bisogni, le emozioni, le aspettative, il motivo di tanto rancore e tanta sofferenza; non darà mai ragione o torto, non si schiererà a favore dell’uno o dell’altro genitore, ma resterà accanto ad entrambi, accompagnandoli e senza risolvere i problemi sostituendosi a loro.
In Mediazione Familiare, i genitori possono essere autentici, senza maschere o finzioni. Nello spazio di mediazione vengono accolti con dignità e rispetto, possono sentirsi ascoltati e trovare qualcuno che li aiuti a “vedere” con chiarezza dentro e fuori se stessi.
“Mediare” significa affrontare con coraggio i propri conflitti familiari e sostenere con decisione le proprie opinioni, interessi, bisogni, per poi confrontarsi e trovare una soluzione che sia buona, soddisfacente per tutti.
Il Mediatore Familiare aiuta i genitori ma solo se anch’essi lo desiderano, rispetta la loro richiesta di poter affrontare davvero i loro conflitti, con tutti i riverberi esistenziali, morali ed emotivi connessi, per poter pianificare, in modo costruttivo, un futuro sostenibile per tutti, ponendo al centro i bisogni dei figli.

“Per quanto una situazione sia disperata, c'è sempre una possibilità di soluzione. Quando tutto attorno è buio non c'è altro da fare che aspettare tranquilli che gli occhi si abituino all'oscurità”
Haruki Murakami
Aspetto fondamentale dell’agire mediativo è l’empatia declinata dal Mediatore Familiare
“Empatia” è un termine che deriva dal greco en-pathos (sentire dentro) e consiste nel riconoscere le emozioni dell’altro come se fossero proprie, calandosi nella realtà altrui per comprenderne punti di vista, pensieri, sentimenti, emozioni e pathos.
L’empatia è un’esperienza complessa.
Secondo Carl Rogers, l’empatia è la capacità di utilizzare gli strumenti della comunicazione verbale e non verbale per mettersi nei panni dell’altro, identificandosi parzialmente nel suo mondo soggettivo, nell’ambito di un’accettazione autentica e non giudicante.
“La più alta espressione dell’empatia è nell’accettare e non giudicare.”
Carl R. Rogers
In Mediazione Familiare l’empatia agevola la creazione di un contesto sicuro e sereno all’interno del quale la coppia genitoriale si sente protetta e libera di esprimersi, senza la paura di un giudizio/pregiudizio.
Creare empatia significa dipingere uno spazio relazionale accogliente in cui abbracciare i genitori, rendendo possibile un dialogo sincero basato sulla fiducia e sul rispetto, cosicché entrambi sentano di potersi mettere in gioco davvero, prima con il Mediatore e poi con l’altro, in questo spazio “magico” che agevola il confronto per una riorganizzazione della famiglia.
Empatia è:
- capacità di creare una relazione, un legame dove sostenere i genitori nel viaggio attraverso la tempesta della separazione/divorzio;
- “sentire” l’altro e percepirne le sfumature e le vibrazioni emotive;
- accogliere i genitori con i loro vissuti, spesso ambivalenti e conflittuali, e permettere loro di fare spazio, ordine, luce in sé stessi e nella loro nuova relazione “solo come genitori”.
“Quanto più siamo infelici, tanto più profondamente sentiamo l'infelicità degli altri; il sentimento non si frantuma, ma si concentra.”
Fedor Michajlovic Dostoevskij
L’accordo finale scritto che sancisce il termine del percorso di Mediazione Familiare rappresenta, spesso, solo una mera formalità.
Il traguardo più importante, per i genitori, è essere riusciti ad affrontare il loro conflitto con dignità e rispetto, imparando a “sciogliere”, da soli, i nodi che intrappolavano la loro relazione, rinnovandola e rafforzandola in un contesto familiare nuovo.
“I cuori delle persone vengono uniti ancora più intimamente dalle ferite. Sofferenza con sofferenza. Fragilità con fragilità.”
Haruki Murakami