Viene definita emozione quel “processo interiore suscitato da un evento-stimolo rilevante per gli interessi dell’individuo. La presenza di un’emozione si accompagna a esperienze soggettive (sentimenti), cambiamenti fisiologici (risposte periferiche regolate dal sistema nervoso autonomo, reazioni ormonali) comportamenti espressivi (postura e movimenti del corpo, emissioni vocali)”.
Questa, è solo una delle tante descrizioni chiare e razionali del termine emozione, ma sapere riconoscere cosa si sta provando e saperlo controllare, è molto più complesso e difficile. Quanti adulti si fanno trascinare dalla rabbia, si fanno distruggere dall’invidia o dalla tristezza, non godono appieno la gioia e la felicità? Ciò accade perché, probabilmente, non sono stati educati alla conoscenza delle emozioni!
Ecco il perché dei laboratori sulle emozioni che propongo ai bambini! Il laboratorio dura due ore e tutto ha inizio con la presentazione del mostro delle emozioni: è confuso, ha bisogno d’aiuto, non sa cosa prova e non sa come comportarsi, non sa perché a volte ride, a volte piange, a volte urla. I bambini, insieme, attraverso il gioco, sono accompagnati da me a dare un nome a tutto questo e così aiutare il mostro delle emozioni a fare ordine, che per ringraziarli si trasforma nel mostro dell’amore pieno di dolcissime caramelle!
In modo semplice parliamo e diamo un significato alle emozioni; attraverso il gioco dei mimi i bambini riescono a descrivere quello che provano, attraverso il disegno esprimono le loro paure e poi, insieme, cerchiamo di trovare le soluzioni. Per esempio, “ho paura del buio” allora “accendiamo la luce”, “chiamiamo mamma e papà”, “lasciamo dei biscotti per i mostri”, “cantiamo ad alta voce”.
Raccontando cosa ci rende felici e cosa ci rende tristi, i bambini, esseri assolutamente speciali, in sole due ore riescono sempre ad aiutare il mostro creando alla fine dell’incontro le palette delle emozioni, uno strumento che potranno usare anche a casa. Questo laboratorio può essere vissuto in modo molto giocoso o in modo faticoso dal bambino ma senz’altro sarà per lui una risorsa.
Una mamma, per esempio, mi ha riportato che la sua bambina, il giorno dopo, è riuscita a dirle che spesso ciò che prova è imbarazzo, perché un po’ distratta; un’altra mi ha confidato che il suo bambino è riuscito a riconoscere il suo grande bisogno di coccole e attraverso un segno segreto le fa capire quando quel momento arriva; un’altra ancora mi ha informata che il suo bambino quando si trova in difficoltà prende la paletta con l’emozione che sta provando per esplicitarlo a tutta la famiglia.
Posso affermare che dare voce alle emozioni tranquillizza, rende i bambini più consapevoli e pronti ad affrontare la realtà. Bambini “emotivamente allenati” ottengono risultati migliori a scuola, instaurano buone relazioni e soprattutto stanno bene con se stessi.
Credit: Immagine di copertina tratta dal film Pixar “Inside Out”