Che ci succede quando parliamo ma l’altro non ci guarda negli occhi? Come ci sentiamo a condividere le nostre emozioni con qualcuno che ci sembra non essere presente?
Che cosa proviamo quando, dopo aver regalato a qualcuno la condivisione di qualcosa di nostro, questi fa un freddo commento o, peggio, ci risponde con un silenzio assente? …e quando chiediamo aiuto a qualcuno che ci aspettavamo essere lì per noi e non lo troviamo? …e quando tutto questo è estremizzato da una lontananza, oltre che mentale, fisica?
Che cosa ci accade nei social? Che accade alla nostra percezione di noi e di quello che ci circonda?
Le emozioni sono tanto travolgenti quanto fragili e la comunicazione con l’altro ha un’influenza incredibilmente potente su ciò che viviamo. Continuamente divisi tra il mondo tangibile e quello virtuale in un momento storico in cui sempre più questi due piani vanno fondendosi e confondendosi portandoci a dubitare di noi.
Ci sentiamo insicuri, subiamo e agiamo comportamenti che ci snaturano e che ci fanno perdere il punto del messaggio che vogliamo veicolare. Comportamenti che opacizzano il riconoscimento di ciò di cui abbiamo bisogno ed enfatizzano emozioni che ci sopraffanno. Fenomeni 2.0 che mettono in crisi la connessione e la comunicazione tra gli individui di questa nostra società.
In questo Sturm und Drang digitale, come si fa a mantenere una buona comunicazione relazionale e di coppia?
Come si fa, quando le cose non sono andate come si sperava, a tenere gli occhi sull’obiettivo e concentrarsi sul futuro?
La comunicazione è così penalizzata da un profondo solco di analfabetismo emotivo funzionale. Siamo diventati incapaci di comprendere le espressioni emotive e, più in generale, di accogliere e comprendere le emozioni? Quali sono i valori che stiamo trasmettendo alla generazione del futuro?
“Digital Akrasia”, questo termine deriva dalla parola greca “akrasia”, che significa “mancanza di autocontrollo” e sta a indicare quell’aspetto di malattia legato alla sempre più crescente integrazione della tecnologia nella vita delle persone.
Con Digital Akrasia viene descritta, quindi, la tendenza a non agire in modo coerente con le proprie intenzioni o valori, quando si tratta dell’utilizzo della tecnologia. Tale incapacità di agire in modo virtuoso, emerge da tantissimi ambiti come, ad esempio, la dipendenza dai social media, la perdita di tempo su internet o la mancanza di autocontrollo nell’utilizzo del proprio telefono.
Il fiorire di tale fenomeno trova i suoi natali proprio alla base della progettazione della tecnologia digitale, sviluppata per essere intrattenente, coinvolgente e capace di innalzare i livelli di dopamina nel corpo umano.
La capacità che ha di catturare la nostra attenzione e di interrompere le nostre attività, rende difficile resistere alla tentazione di utilizzarla.
Inoltre, la natura interattiva di quanto offerto produce costanti stimoli nuovi per l’utilizzatore, rendendo ancora più difficile interromperne l’utilizzo e rendendo anche pericolosamente “noioso” tutto ciò che ci circonda nella vera e concreta realtà di vita. Questa difficoltà nel gestire la quantità di informazioni disponibili online, si riflette anche nella crescita di ansie da prestazione e paure legate al fallimento.
Secondo Aagard, che ha introdotto il tema, per contrastare la Digital Akrasia è necessario essere consapevoli dello stato di dipendenza in cui si vive e mettere in atto strategie per gestire tale condizione. Ciò può essere compiuto attraverso escamotage come, ad esempio, la limitazione del tempo trascorso su internet o sui social media, la disattivazione delle notifiche sul telefono e la creazione di regole per l’utilizzo della tecnologia. Infine, è necessario coltivare le proprie abilità di autocontrollo ed essere consapevoli delle motivazioni, dei valori che ci guidano nella vita, per poter essere in grado di agire in modo davvero coerente con questi.
Questo è un estratto della Tesi per l’esame di Primo Livello in Mediazione Familiare secondo NT UNI 11644 della dott.ssa Marianna Zavattaro, allieva della Scuola Buzzi – clicca qui per leggere l’elaborato completo