La vita può essere capita solo all'indietro, ma va vissuta in avanti
Søren Kierkegaard
La pandemia e la conseguente situazione di lockdown hanno cambiato ognuno di noi, inutile negarlo.
In maniera più o meno conscia, ci hanno costretti a rivedere la nostra vita e ogni tipo di relazione che la anima, sia essa sentimentale, sociale e/o lavorativa, togliendoci ogni certezza nel futuro.
In tale contesto, difatti, sia i rapporti di coppia, anche quelli apparentemente più solidi, nonché, più in generale, i legami familiari sono stati inevitabilmente tutti messi a dura prova.
Alcuni rapporti, non a caso, si sono rinsaldati, mentre altri stanno vacillando.
Checché se ne dica, la costrizione a vivere 24 ore su 24 insieme oppure, al contrario, i periodi prolungati di solitudine forzata (e tanto più ove accompagnati dal virus) ci hanno inevitabilmente obbligati a riflettere.
Non di rado abbiamo cambiato pensieri, emozioni e consuetudini tanto radicate da non essere neanche lontanamente immaginabile che potessero essere messe in discussione prima di adesso.
Siamo stati portati a porci mille interrogativi e a scavare dentro noi alla ricerca di risposte e, quindi, nuove (o dimenticate) salvifiche abilità e risorse per adattarci alla mutata realtà.
Se consideriamo il pensiero clinico di Philippe Caillè “una coppia funziona quando 1+1=3”. Entrambi i partner possono mantenere degli spazi di individualità e contemporaneamente costruire insieme un più esteso spazio di condivisione a due, quello appunto della coppia.
In mancanza di tale diversificazione (ed a maggior ragione laddove prolungata), è ben probabile che la coppia scoppi.
Lo stesso si può dire della famiglia
Certo, per fortuna, è anche possibile che non sia stato così.
La coabitazione forzata può anche essere stata vissuta come occasione per dedicarsi con meno fretta e superficialità alle relazioni familiari e di coppia. Una fase per recuperare un contatto autentico e accedere a una dimensione di familiarità più serena.
In ogni caso, ciò che è indubbio è che, in una prospettiva futura, occorre (o forse sarebbe meglio dire conviene) riorganizzarsi per non vanificare gli sforzi fatti, in un senso o nell’altro, in quarantena.
Prepararci ad affrontare con serenità il domani, quando (finalmente) ogni giornata non ricorderà davvero più una infinita domenica.
A tal fine ben potrebbe rivelarsi utile la mediazione familiare. Un percorso di riorganizzazione e ristrutturazione delle relazioni familiari. Un cambiamento del precedente ménage familiare, con (perché no?) contestuale nuova suddivisione di compiti e responsabilità coniugali e/o genitoriali. La fissazione di nuovi confini familiari e di coppia in vista della costruzione di un nuovo o rinnovato equilibrio, personale, coniugale o di coppia e familiare.
Perché non cogliere questa preziosa opportunità?
L’invito è di prenderla al volo.